Come è cambiato il mercato assicurativo nel settore salute durante gli anni del Covid-19, quali bisogni si sono generati e quali sono le sfide future dal punto di vista demografico, dal welfare al sostegno all’invecchiamento, dalla disabilità al disagio mentale.
IVASS, Una copertura per tutti i cittadini
Negli ultimi due anni c’è stata una crescita evidente e costante dei costi della salute, la cui ragione primaria è da ricercare sull’ impatto della pandemia.
L’IVASS, per i non addetti ai lavori l’Istituto di Vigilanza Assicurativa, con il suo consigliere Riccardo Cesari, comunica che la spesa pubblica per la salute è aumentata del 6,7% solo nel 2020, così accrescendo notevolmente il suo peso rispetto al Pil, considerato certamente che il crollo del Pil è stato eccezionale (-7,9%).
C’è da fare un raffronto, uno di quei soliti confronti in cui l’ Italia ne esce fanalino di coda, infatti come da si può leggere da una dichiarazione del consigliere Cesari, “La spesa è inferiore a quella di Germania, Svizzera e Francia, solo per fare degli esempi di Paesi con cui ci confrontiamo”.
Discorso invece diverso va fatto per la non autosufficienza, problema che coinvolge 3,1 milioni di italiani, di cui due milioni oltre i 60 anni. “La spesa totale per l’assistenza di queste persone è di circa 33 miliardi, tra esborso dello Stato e dei privati”, ha ricordato il consigliere di lvass, aggiungendo che “c’è spazio per una copertura assicurativa universalistica per tutti gli italiani”.
Ciò che emerge dalle analisi svolte dall’lvass sarebbe quindi una potenziale rendita annua di 29mila euro erogata cash o in forma specifica, per una spesa complessiva di 24 miliardi al netto dei costi di gestione, sostanzialmente potendone valutare un risparmio rispetto alla spesa attuale per la non autosufficienza di nove miliardi circa: “una copertura di questo tipo, che mette insieme pubblico e privato, sarebbe un passaggio fondamentale per riformare la sanità”, ha spiegato Cesari
Cosa fare quindi veramente in Italia per cambiare lo stato delle cose in tema welfare.
Occorre fare quello che spesso manca all’Italia…pensare in grande, se si vuole veramente andare al nocciolo della questione e trovare la chiave di lettura per la sostenibilità e l’efficienza della spesa sanitaria italiana, insomma realizzando quell’ “efficientamento”, (a cui siamo abituati solo in combinazione con energetico), una parola a me cara, che nel corso di un mio intervento sulle politiche siciliane nel lontano 2012 , fu notata da un abile giornalista , oggi vicecaporedattore di TGR RaiTre, Guglielmo Troina, e mio buon amico, che non perse giustamente l’ occasione per provocare dal pubblico una domanda sul significato reale della parola efficientamento, volendo sostanzialmente lanciare un messaggio provocatorio da me raccolto con grande simpatia e consapevolezza.
Oggi più che mai parlare di “efficientamento” della spesa sanitaria, è necessario ed attuale e girarsi dall’altra parte non farebbe altro che acuire il problema, soprattutto dopo gli anni del Covid-19.
La tesi dell’efficientamento o meglio tornando al linguaggio corretto efficienza è in un certo senso sostenuta anche da Maria Bianca Farina presidente di ANIA che ha dichiarato che “La pandemia ha confermato la crucialità del nostro sistema sanitario, che è stato sottoposto a uno stress di eccezionale gravità. Lo shock è stato superato grazie alla professionalità, alla dedizione e al sacrificio di tutti coloro che hanno operato in prima linea, al senso di responsabilità della cittadinanza, a misure straordinarie di politica economica e monetaria”.
La sintesi delle dichiarazioni della Presidente è che bisogna raggiungere l’obiettivo nei prossimi anni di potenziamento del sistema pubblico, dotandolo di risorse adeguate chiosando con una dichiarazione che non lascia spazio ad interpretazioni: “Sono anche convinta – ha sottolineato – della necessità di riflettere seriamente su un modello di welfare innovativo che combini al meglio le risorse pubbliche e private, con un ruolo più ampio assegnato alla sanità integrativa che, basandosi su un principio di mutualità, tipico delle assicurazioni, garantirebbe maggiore uguaglianza ai cittadini e più elevati livelli di protezione per i malati”.
IL FUTURO E’ ANCHE DIGITALIZZAZIONE SANITARIA
Nel corso della pandemia e subito dopo, per chi lavora nel settore assicurativo è stato un giornaliero e compulsivo ricevere domande con relative informazioni su polizze sanitarie e tutto ciò che potesse tutelare se stessi e i propri cari a seguito di malattia o prematura scomparsa…se prima bisognava lavorare molto a sostegno delle coperture offerte e dell’importanza delle stesse, con frequenti risultati non soddisfacenti e con risposte del tipo “abbiamo un ottimo sistema sanitario non c’è bisogno della polizza sanitaria” o peggio “io ho l’amico medico che mi aiuta”, oggi diversamente senza troppa fatica le polizze sanitarie sono cresciute molto.
Il mercato assicurativo, oggi diversifica molto l’offerta con importanti garanzie e tutele con il chiaro obiettivo di avere più famiglie assicurate, con coperture maggiori e contratti di più lunga durata.
Una delle chiavi di lettura per consentire una sempre più importante differenziazione dell’offerta non solo sul profilo tutele e coperture assicurative ma anche servizi assicurativi è quella di aumentare la capacità dell’offerta con l’innovazione. La domanda di assistenza anche in remoto è infatti in grande crescita.
Dal lato assicurativo, dal lato di chi lavora con le compagnie e ne studia i prodotti emerge un mercato assicurativo i cui player più importanti offrono la digitalizzazione di diverse fasi del percorso del paziente.
Il futuro tra migliore accettazione pubblica e maggiori tutele LTC
Secondo Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania, a fare da freno al pieno sviluppo del sistema privatistico nel welfare è “un problema ideologico che frena l’intervento del privato nel welfare” . Ciò che da anni emerge è per esempio il punto sui trattamenti fiscali che non sono certo di favore per i soggetti privati che operano nella sanità integrativa, a differenza degli altri Paesi europei visti con occhio diverso.
Le polizze sanitarie sono cresciute dell’8% nel 2021, quindi “qualcosa di buono la stiamo pur facendo”, ha aggiunto Guidoni, ricordando che “tra polizze collettive e individuali, il mercato assicurativo copre 13 milioni e mezzo di cittadini”. E poi il mercato assicurativo sull’Ltc, per intenderci con LTC acronimo di Long Term Care si intende l’assistenza a lungo termine con una varietà di servizi che aiutano a soddisfare le esigenze mediche e non mediche delle persone con una malattia cronica o disabilità (anche mentale) che non possono prendersi cura di se stesse per lunghi periodi.